Una S.F.E.R.A. per il minuto di pausa

Il minuto di pausa, nelle competizioni sportive in cui è previsto, è una parte molto importante e a volte fondamentale per mantenere o ribaltare un risultato. Bisogna però che venga sfruttato al meglio sia da parte dell’atleta che da parte del maestro.

Tratteremo questo argomento proprio da entrambe le parti, ovvero con la testimonianza tecnico-pratica del M° Giancarlo Toran e l’ausilio dell’esperto in Psicologia dello Sport Stefano Lopopolo, che ci chiarirà come un atleta si deve preparare a questo momento per mantenere o recuperare il giusto equilibrio. Iniziamo con quello che può fare l’atleta e nel prossimo post vedremo come può essere di aiuto il maestro.

Foto Bizzi

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Sono molti i tempi morti in cui la mente può vagare nei meandri più reconditi ed è importante allenare la mente a pensare in modo proficuo – dice Stefano Lopopolo.

In questo minuto bisogna fare i conti con l’evento che si è vissuto prima per poi poter tornare all’evento successivo. Se l’evento precedente è dato una serie stoccate perse o comunque qualcosa che non è andato come avevamo previsto, ecco che l’atleta può abbattersi e anche dire a se stesso, con un self-talk negativo, che l’assalto andrà in quella direzione. A questo punto il coach può dare i suoi consigli tecnici e tattici ma anche l’atleta può fare la sua parte, sempre che sia formato a livello mentale, ovvero che abbia fatto un allenamento in tal senso. Personalmente – continua Lopopolo – nei miei corsi insegno il modello SFERA di cui vi parlerò tra poco.

Innanzitutto, è bene fare dei profondi respiri. La respirazione ci aiuta a ‘tornare’ nel presente poiché nella respirazione profonda portiamo il corpo a una situazione di calma. Se hai perso una stoccata sarai probabilmente più agitato, più ansioso e il respiro lento e profondo ti riporta nel presente – poiché l’unica cosa vera che sta accadendo – ascoltando la propria pancia e il proprio diaframma che si stringe. Con il modello SFERA – acronimo di Sincronia Forza Energia Ritmo Attivazione – si aiuta l’atleta a diventare padrone della propria sincronia, ovvero la sincronia di mente e corpo. In quel momento, l’atleta fa come un check-up della sua situazione, ovvero verifica di essere concentrato e che la mente non stia vagando altrove.

Forza: verifichi che i tuoi punti di forza siano presenti e non quelli dell’avversario. Troppo spesso ci si concentra su ciò che sta facendo l’avversario e i suoi punti di forza anziché concentrarsi sui nostri e su ciò che possiamo fare noi.  Per questo bisogna essere sicuri e consapevoli di ciò che siamo capaci di fare sulla pedana! Quindi non un focus sull’avversario ‘ma lui è veloce’…’lui sa fare questo o quello sulla pedana’… ormai non c’è più tempo per queste considerazioni.

Energia: verificare di star utilizzando la giusta dose di energia. A volte ci si muove molto, con un dispendio di energie che non sono proficue e i nostri movimenti non sono precisi ed efficaci. Invece bisogna sapere gestire le energie per tutta la durata dell’assalto. Ritmo: in pedana c’è un ritmo e quel ritmo va valutato se è il caso di aumentarlo o diminuirlo, se lo sto subendo o imponendo. Energia e ritmo sono due cose ben distinte. L’energia è la quantità di forza che metti in una stoccata, nel tuo gesto atletico e il ritmo è quello che la gestisce. E il ritmo dobbiamo imparare a modificarlo, a non avere sempre lo stesso. Come diceva Bruce Lee, dobbiamo imparare ad essere acqua, ad adattarci alla forma del recipiente che contiene l’acqua. C’è il momento di essere veloci o di essere attendisti, di prendere il tempo all’avversario e anticipare.

Attivazione: significa essere attivamente presenti in quel momento. A volte si arriva alla gara o troppo stanchi o troppo attivati. Se uno è iper-attivato deve essere riportato alla condizione di equilibrio,  come quando uno è troppo ansioso, cammina nervoso avanti e indietro. Oppure l’opposto, troppo rilassato, come se non avesse alcuno stimolo, come se della gara non gliene fregasse nulla. Nel momento dell’attesa, SFERA può essere un qualcosa di molto utile. Ovviamente, dietro ad ogni ‘parola’ c’è una serie di esercizi di allenamento. E’ comunque un piccolo trucco, un check up che l’atleta ha a disposizione una volta imparato questo tipo di approccio e che  può attivare.

Sincronia è anche sincronia con l’ambiente, con la tua attrezzatura, con la pedana, con i rumori, gli odori. Arrivare in tempo alla gara per saggiare l’ambiente, essere presente con i propri punti di forza, ‘io sono capace di fare questo’, etc….

Energia, verificare che stai usando la giusta dose di energia.

Ritmo, veloce o lento a seconda di quello che è necessario e Attivazione, essere pronto ad agire nel momento opportuno. Soprattutto… respirazione!

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Stefano Lopopolo

SFERA, questo acronimo così importante, ti permette di essere sempre consapevole del tuo stato mentale anche in pochi secondi. Se manca  una delle cinque dita che tengono la sfera nelle tue mani, la sfera ti può essere portata via. E’ come tenere una pallina da tennis nelle mani con due dita soltanto: chiunque te la può portare via . Ma se la sfera la tieni con tutte e cinque le dita, difficilmente ti potrà essere strappata.  E il successo sarà molto più vicino.

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